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Appunti al di là del Firewall: Lo stato del Web Design in Cina

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Read Time: 13 min
This post is part of a series called Web Design Across the World.
Big in Japan: Web Design in the Land of the Rising Sun

() translation by (you can also view the original English article)

Con l'aumentare delle aziende occidentali interessate al mercato Cinese, mi vengono chieste un sacco di domande sulle complicazioni del fare webdesign per il mercato Cinese, e i tecnicismi del business online in Cina. In questo articolo risponderò alle domande più comuni.

Prima di tutto, un disclaimer.

La Cina è incredibilmente varia, e le differenze tra i vari segmenti della società sono talmente grandi che è impossibile parlare di "Cina" o "popolo cinese" come di un' unica entità. Non solo c'è una discrepanza tremenda in quanto a competenze tecnologiche tra i Cinesi che vivono nelle grandi città come Shanghai o Pechino e i Cinesi residenti nell'entroterra, ci sono anche molti modi diversi di "essere cinesi". Quando parlo di "Cina" in questo articolo mi riferisco quindi alla Cina continentale, e con "cinesi", faccio riferimento alla classe media che vive in città con una connessione.

In altre parole, quello che scrivo si basa sulla mia esperienza personale nell'industria tecnologica cinese. Non potendo esprireme tutte le possibili sfumature, per brevità farò qualche generalizzazione radicale. Spero capiate.

Chi può possedere un sito in Cina?

Solo le imprese con una licenza commerciale cinese hanno l'autorizzazione legale ad hostare un sito su un server cinese; Le persone fisiche non possono possedere un sito hostato... Il controllo avviene a livello di hosting: qualunque sito su un host cinese deve essere registrato con un numero ICP, che l'host stesso verificherà e controllerà prima di approvare un nuovo account. I numeri ICP vengono assegnati esclusivamente alle aziende con licenza. La legge cinese prevede che il numero ICP venga mostrato sulla homepage del sito, in genere nel footer. Scrollate a fondo pagina su Baidu.com per vedere un esempio.

Chiunque può aggirare l'intero discorso ICP comprando l'hosting da aziende basate fuori dal territorio cinese, ma questa soluzione è fonte di ulteriori problemi:

  • Siti hostati al di fuori del continente possono essere bloccati in qualunque momento dal Grande Firewall (ne parliamo più avanti)
  • Siti hostati negli USA o in Europa caricano più lentamente rispetto a quelli hostati in Cina
  • La persona (fisica) cinese che compra l'account in genere deve essere in grado di pagare con carte Visa o Mastercard, che non sono molto diffuse in Cina.
  • L'amministratore cinese del sito deve conoscere l'inglese abbastanza da poter lavorare con il pannello di amministrazione del server.

La soluzione più comune a questi problemi è hostare ad Hong Kong. I server di Hong Kong sono vicini al continente, meno soggetti a blocchi, sono performanti e offrono dei pannelli d'amministrazione in cinese, non necessitano di un ICP, e spesso accettano bonifici bancari da un account continentale come metodo di pagamento.

Com'è la vita di tutti i giorni dietro al Firewall?

È un po' una rottura, a volte più, a volte meno.

Molti dei pricipali siti non cinesi sono inaccessibli. Tentare di caricarli su browser in genere restituisce il solito messaggio La pagina web non è disponibile, e per ragioni apparentemente sconosciute, sembra bloccare il vostro browser completamente per una trentina di secondi circa.

Alcuni siti sono sempre bloccati - Twitter, Facebook, Youtube - mentre altri funzionano a singhiozzo (Mashable, Dropbox). L'accesso a Gmail ha funzionato "a macchia" per un po', ma la RPC (Repubblica Popolare Cinese) ha recentemente staccato anche questa spina, e gmail è permanentemente bloccato dalla metà del 2014.

Alcuni siti che sono bloccati via browser sono ancora accessibili tramite app mobile. Ad esempio: nel momento in cui scrivo IMDB non è raggiungibile via browser, ma l'app Ipad di IMDB funziona senza problemi. Analogamente, il mio telefonino è ancora in grado di connettersi via POP/IMAP al mio account Gmail, nonostante non possa caricarne i contenuti se la mia connessione è fornita da un provider cinese. I blocchi a siti e app sono così frequenti che molte conversazioni, durante la birra del venerdì sera, girano attorno a quale sito è stato bloccato oggi, e su quali device. Instagram è stato bloccato il 29 settembre 2014, in risposta alle proteste in Hong Kong. Dubito che verrà sbloccato presto.

Come riesci a lavorare in queste condizioni?

Tre lettere: V-P-N. Possedere un account su una VPN (Virtual Private Network) è un must in tutti gli uffici che si occupano di tecnologia, ed è così comune che non se ne parla nemmeno più.

Per chi tra voi non è un developer: sostanzialmente una VPN instrada il vostro traffico web attraverso un server non bloccato prima di mettervi in connessione con il sito da raggiungere, aggirando così i blocchi locali. Volete andare su Facebook, ma Facebook è bloccato. Tramite la VPN finirete invece su qualche computer in Australia. Facebook non è bloccato in Australia, quindi potete tranquillamente navigare "da laggi&ugrave". A prima vista sembra qualcosa di super illegale, e sulla carte forse lo è, ma (questa è puramente una congettura) sospetto che il governo chiuda un occhio su queste situazioni: la maggioranza delle persone non ha le competenze necessarie a fare il setup di un account VPN, e considerate le barriere linguistiche, non è probabilmente interessata a quello che succede nel "wider" web.

Gli utenti cinesi sanno che il logo accesso ad Internet è limitato? Lo ritengono un problema?

Ci troviamo di nuovo a chiederci “Chi sono gli ‘utenti cinesi’?” La maggioranza dei cittadini under 35 e degli studenti universitari sa bene che non si può accedere ai principali network occidentali, e di questo parla spesso nelle conversazioni online. Esiste un malumore diffuso al riguardo, ma il tono è più infastidito che indigrato. In parte perch&ecute; esistono validi equivalenti cinesi dei principali social network occidentali, per cui non ci sono molte ragioni di usare Facebook o Twitter quando si ha a disposizione: Renren, Weixin e Sina Weibo.

renren.com
My Sina Weibo Chinas Twitter user panelMy Sina Weibo Chinas Twitter user panelMy Sina Weibo Chinas Twitter user panel
Il mio pannello di controllo su Sina Weibo ('il Twitter cinese'):

Ammettiamolo: il Firewall ha dei vantaggi per le aziende tecnologiche cinesi

Devo riconoscere con riluttanza, non essendo esattamente un fan del blocco, che il firewall ha giovato pesantemente sulle startup locali, agendo da incubatore, e fornendo alle webapp cinesi il tempo e la user base necessarie a decollare. Utenti che in altre circostanze sarebbero finiti su piattaforme social straniere già "lanciate" sono obbligati dal Firewall ad usare le alternative in patria, e in termini di crescita del settore tech locale questo approccio ha funzionato.

Il futuro del Firewall: verrà spento?

Nessuno ha la risposta in tasca, ma posso offrire la mia analisi. Personalmente ritengo che ci sia un limite alle restrizioni che il governo può applicare senza danneggiare la crescita economica della Cina. Sarebbe un grosso errore impedire completamente alle aziende tecnologiche locali di interfacciarsi con il resto del mondo. Inoltre, i giovani di oggi, competenti di web, saranno i legislatori di domani. Penso che sia una questione di tempo, e il controllo su internet andrà via via calando, fino a che il blocco cinese sarà limitato al porno e ad alcuni agomenti politici scottanti.

Tuttavia, chi lo sa? Come regione, la Cina tende storicamente a prendere misure di chiusura piuttosto drastiche e controverse.

Quali sono i principali problemi che il Firewall da a web designer e web developer?

1)La connessione alle Google API è completamente boicottata

Quella Google Map embeddata nella vostra pagina dei contatti? In Cina non carica. E nemmeno il vostro Google font. Con l'eccezione di Google Analytics, qualunque tentativo di connessione alle API di Google farà piantare il vostro sito. A volte caricherà la pagina con successo. A volte no.

Come risolvere? La restrizione sulle Google API è un problema relativamente recente, e Baidu Maps ad oggi non offre l'embedding - Non so se qualcuno ha trovato una soluzione alternativa solida. Al momento ci appoggiamo a soluzioni open-source come OpenStreetMap.

I Webfonts vanno spostati e hostati su server non bloccati o cinesi - non possiamo più connetterci alle API di Google.

2) I video Embedded non caricano.

C'è un grosso quadrato grigio al posto del vostro video di Gatti con le Scatole. Youtube e Vimeo sono entrambi fuori gioco.

Come si risolve? hostiamo un duplicato del video su uno dei siti cinesi a disposizione, come YouKu o TuDou, poi tramite script carichiamo il video giusto in base all'IP di provenienza dell'utente.

Webfonts embedded e lingua cinese

Evvai, il mio argomento preferito.

Siamo tutti stufi dei quattro webfont cinesi standard - sono così tanto, ma tanto abusati, che i designer non ne possono più di vederli. Ho scritto un post a proposito qualche tempo fa, ma vi risparmio la lettura. I webfont cinesi si possono embeddare tramite @font-face, come tutti gli altri. Il problema è che questa lingua è così enorme e contiene così tanti caratteri che le dimensioni del file font sono enormi - dai 3 ai 7 mb per font. Obbligare il download del font all'onload della pagina è, quantomeno, poco pratico.

Fino a poco tempo fa, l'unica soluzione esistente, non esattamente ideale, era questa: Se avete bisogno di un numero limitato di caratteri cinesi, è possibile generare uno speciale font sottodimensionato contenente esclusivamente quei caratteri. Questo però è chiaramente inefficiente per fare dei temi per un CMS.

Recentemente Google eAdobe hai rilasciato dei webfont cinesi (Noto Chinese e Source Han Sans, rispettivamente), ma Typekit qui carica lentamente, il blocco alle API di Google ci impedisce di usarli sui server cinesi.

Source Han SansSource Han SansSource Han Sans
Source Han Sans
Google Sans Hakka Chinese 100 weightGoogle Sans Hakka Chinese 100 weightGoogle Sans Hakka Chinese 100 weight
Google Noto Sans Hakka Chinese (100 weight)

Il problema è stato risolto nell'ultimo anno da Youziku.com FontSelect, uno strumento per embeddare i font alla Typekit. Possiedono una solida libreria di font, e permettono di hostare il vostro font custom se necessario. Esiste un limite di 999 caratteri diversi per pagina (la stessa lettera / parola ripetuta non viene considerata nel conteggio) se utilizzate il suddetto servizio di hosting, per cui è buona pratica limitare l'uso di font non-standard al minimo - nei titoli, ad esempio. Se necessitate di un'opzione illimitata, offrono una soluzione che vi permette di hostare direttamente sul vostro server l'intero processo.

A livello di UX, quali sono le differenze tra le preferenze degli utenti cinesi rispetto agli occidentali?

A nessuno piacciono le complicazioni.

Nelle nostre Q&A pre-articolo, @jmshome ha chiesto via Twitter se è vero che i cinesi preferiscono un design pesante, con tanto testo, piuttosto che un design minimale.

@wdtuts @tutsplus @kendraschaefer I've heard they like word heavy websites as opposed to more minimalist design.Is UX perceived differently?

— James H (@jmshome) September 10, 2014

Mi viene chiesto spesso, ed in realtà si tratta di un fraintendimento. I cinesi apprezzano la semplicità almeno quanto voi, ed è stato entusiasmante sentire Daniel Szuc di Apogee, autorità di Hong Kong sull'usabilità allineato con me su questo argomento ad una conferenza qualche anno fa - stanno combattendo questo pregiudizio da anni. Per mia esperienza, i cinesi percepisco le interfacce super-minimali come high-end - meno testo c'è e più il design è pulito, puro e leggero, più viene visto come design da "marchio di lusso".

L'eccessiva complessità non piace a nessuno. Allora come mai sembra così abbondante nel web cinese? Credo che il problema principale sia la scarsa consapevolezza dell'importanza dell'usabilità e una cultura della duplicazione. C'è una quantità incredibile di imitazioni tra i siti cinesi. Se un tizio realizza un sito con un design sovrabbondante di testo, e quel sito ha successo, allora il prossimo tizio si guarderà bene dall'idea di cambiare una formula che funziona. I miei clienti cinesi sono da sempre molto più riluttanti degli altri quando si tratta di uscire dal seminato; molte riunioni cominciano con un discorso sul perchè è meglio non copiare il sito di un competitor. Questo non accade perchè i cinesi siano persone meno creative di altre nazionalità - ma è una percezione culturale diffusa che, al lancio di un nuovo prodotto, il modo migliore per renderlo di successo sia prendere quanto di buono ha già fatto la concorrenza, e modificare quella formula il meno possibile.

I cinesi non sono ancora abituati ai layout a griglia ampi e spaziosi

Parlando di differenze tra le preferenze reali sul discorso UX, posso dirvi che la rivoluzione di Bootstrap 3 e la sua "spaziosa" griglia qui non è ancora arrivata, e a molti cinesi 30px di margine sembrano troppi, per loro la pagina web perde di coerenza. Il gusto locale è più tarato su uno stile compatto alla 960.gs. Non è impossibile vendere ad un cliente un design basato su una griglia più spaziosa, ma è molto probabile che il risultato finale sembrerà un po' strano ai loro occhi.

Alla larga dai fotoritratti in bianco e nero

Per un paio di anni mi son chiesto perchè, ogni volta che proponevo di fare la pagina "chi siamo" con dei primi piani in bianco e nero delle persone nel team, incontravo grosse resistenze da parte dei clienti cinesi. Alla fine qualcuno me l'ha spiegato: i primi piani in bianco e nero sono tipici dei funerali, e con quei colori viene reso noto che il soggetto nella foto è morto. Ops!

Tech

Sistemi operativi

Potete far finta di non pensarci, ma il 50% degli utenti internet cinesi usano ancora Windows XP, e Windows 7 segue al secondo posto con il 33% circa. Poco più dell'1% del paese usa un iOS. Quando Microsoft ha dismesso il supporto ad XP, qui è scoppiato il finimondo. E vi chiedete perchè la Cina si sta dando tanto da fare per sviluppare un sistema operativo proprietario. Tuttavia, solo perché la gente usa XP non vuol dire che navighino tutti con IE6 (anche se il 20% degli utenti ancora usava quel dinosauro almeno fino ad Agosto 2012 - ouch!).

I Browser

Indovinate un po'? Da settembre 2013, il browser più diffuso in cina è uno che probabilmente non avete mai sentito nominare: Qihoo 360 Secure, seguito da IE, e poi un unico malloppo di “tutto il resto”.

E per quanto riguarda il SEO cinese?

La risposta cinese a Google è un motore di ricerca / sviluppatore di app di nome Baidu, che è di gran lunga il principale attore sul marketplace cinese.

Come per tutti i motori di ricerca, l'algoritmo di Baidu è segreto, ma vi posso dire che indicizzare prevalentemente siti hostati in cina con domini .cn. Se volete un buon ranking su Baidu, la morale della favola è che vi serve un avamposto web locale in cina.

Lo stato del mobile

La navigazione su mobile sta crescendo molto più di quella su desktop, e da ben prima che la stessa tendenza scoppiasse in occidente. Le statistiche di accesso da mobile in asia vi sbalordiranno. L'uso è tanto diffuso che se il vostro sito non è mobile-friendly, avete perso la maggior parte del vostro pubblico. Per essere aggiornati sugli ultimi sviluppi mobile in Cina, date un'occhiata a China Internet Watch.

WeiXin

WeiXin, noto in occidente con il suo nome inglese WeChat, gode di una popolarità quasi universale.

WeiXinWeiXinWeiXin
WeiXin

Weixin è un'app mobile che incorpora elementi presi da diversi altri social network, funge da applicazione per chattare, supporta testo, chat vocale, chat di gruppo, offre dei feed personali alla Twitter con annessa la possibilità di gestire foto, una funzionalità per incontrare gente nuova, e una valanga di altre funzionalità inutili.

Account aziendale su Weixin

Da quest'anno, Weixin ha cominciato ad offrire degli account professionali, per cui le aziende possono usare Weixin per aggiornare i loro "fan". Naturalmente, vi servirà una licenza commerciali cinese per registrarvi. Date un'occhiata al portale di registrazione per maggiori informazioni.

Concludendo

In generale il "feeling" del settore qui è è decisamente positivo, un po' intaccato dalla remota paura che le cose possano cambiare da un giorno all'altro per via di qualche legge restrittiva o decisione "dall'alto" (scongiurando, ad esempio, che il governo non decida di mettere in piedi una politica anti-VPN), ma non senza un certo ottimismo che considera improbabili queste intromissioni. Il mercato per i designer è davvero enorme, con società in ogni grande città ansiose di assumere persone di talento, e clienti che iniziano veramente a dar peso alla qualità del lavoro, piuttosto che a velocità e costi bassi. Incrociamo le dita, sperando che la tendenza rimanga tale per molti anni a venire.

Domande? Chiedete aggiungendo un commento!

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